Nella pagina che si apre cliccando qui sono catalogati migliaia di volti di attori legati direttamente o marginalmente al cinema italiano, ognuno con nome e filmografia (davinottica e non). La pagina (e conseguentemente le schede dei film) sono costantemente aggiornate con nuove introduzioni.
Può darsi che gli amanti dell'horror risultino soddisfatti, ma dal punto di vista "laico" è un film meno che mediocre, in cui non si riesce a causare alcuna tensione, totalmente girato in interni e notturno. Tutto l'effetto si gioca sui rumori: tonfi, scricchiolii che sostituiscono i dialoghi ridotti al minimo. Incommentabile in quanto avulso dal contesto lo scorticamento finale e la descrizione della demenza sfiora l'oltraggio. Pessimo.
Abram torna in paese seguito da pettegolezzi che lo identificano come omosessuale impenitente. Potrà la vittima non diventare/essere trasformata in carnefice? Si scrive Bassa Baviera si legge paesino di oggi (degli stati centrali e rurali degli Stati Uniti ad esempio). Si scrive normalità accettatata si legge razzismo. Sempre attuale questa potente rappresentazione dell'intolleranza e della sopraffazione socialmente accettata e applaudita. Registicamente di asciutto realismo privo di fronzoli, è un film fondamentale del nuovo cinema tedesco. Più apprezzato all'estero e non sorprende.
Aspirante governatrice ritrova la figlia rapita alla nascita (ormai adulta) e la coinvolge nella sua campagna elettorale, ma l'altra figlia, gelosa, mette su uno scandalo. Parrebbe un comune e presagibile dramma familiare da piccolo schermo, seppur chiaramente meglio confezionato e scritto rispetto alla massa; solo l'ultimo atto getta la maschera di un thriller cospirativo non privo di sorprese e inaspettatamente perfido. Il finale si atteggia da epilogo pareggiatore, ma suona così antimoralistico che forse un "last twist" beffardo su netti toni dark humour avrebbe funzionato meglio.
Al canto di "Vieni c'è uno zombi nel bosco / il suo morso conosco / vuoi infettarti anche tu" inizia un'escursione montana con personaggi odiosi e meno profondi di un droplet: non resta che sperare che il bodycount s'avvii entro il quinto minuto e sia più efferato possibile. Essere esauditi da una sala comandi vuota non equivale a chissà quale soddisfacente climax: più ovvio inerziale e automatico della tabellina dell'uno negli sviluppi diluiti da inoffensivo splatterume vedi-e-dimentica d'abitudine, la sola cosa che ha di buono che è destinato a finire. Nel dimenticatoio anzitutto.
Non parte da cattivi presupposti questo mix di giallo italico, thriller psicologico e horror surreale (a partire dal subtext politico-malavitoso del soggetto), ma una volta entrati nel "vivo" della vicenda - e, più nello specifico, nel reame dell'onirismo claustrofobico all'interno di un misterioso albergo pre-overlookiano popolato da fantasmi o presunti tali - il ritmo si appiattisce e la funzionale incoerenza dello script non si traduce nel clima di angoscia che la storia richiedeva. Si raccolgono più sbadigli che brividi, in attesa di un twist ending che sorprende soltanto a metà.
Né bene né male questa seconda interpretazione del Poirot di Branagh, il quale cambia ambientazione ma rimane fedele allo stile e alla caratterizzazione del personaggio scritto dalla Christie. Da rivedere alcune scelte di sceneggiatura e di regia, con cambi di inquadrature e montaggio frettoloso che a volte infastidiscono; belle le scenografie, soprattutto degli interni e la meticolosità nella scelta dei costumi. Non male neanche il cast, che però sembra sprecato per alcuni personaggi. Insomma non un granché, un film mediocre ma che ha comunque il suo valore commerciale.
Da sempre una grande passione del Davinotti, il tenente Colombo ha storicamente avuto sul sito uno spazio fondamentale. Ogni puntata uscita ha un suo singolo commento da parte di Marcel MJ Davinotti jr. e di molti altri fan, ma per Colombo è stata creata fin dagli albori del Davinotti una homepage personale che raccoglie non solo i commenti ma anche informazioni e curiosità su uno dei più grandi personaggi televisivi mai apparsi. ENTRA
L'ISPETTORE DERRICK
L'unico altro telefilm che col tempo ha raggiunto un'importanza paragonabile a Colombo (con le dovute differenze) sul Davinotti è “L'ispettore Derrick”. Anche qui ogni singolo episodio della serie (e sono 281!) è stato commentato, da Zender prima e da molti altri fan poi, ma con un approccio più sdrammatizzante, in ricercato contrasto con la compostezza del telefilm. Il link porta a una pagina collegata anche agli approfondimenti in tema. ENTRA